10 gennaio 2020, la data di inizio è arrivata. Le porte si sono aperte alle 20:30 e gli iscritti hanno cominciato a prendere posto nella stupenda cornice della Sala dell’Annunziata. Il presidente del Gruppo Astrofili AstroVersilia Paolo Dori, dopo l’introduzione dei relatori ed i ringraziamenti al Sindaco Alberto Giovannetti, all’Assessore Francesca Bresciani e al Consigliere Daniele Taccola, cede il microfono ad Andrea Cardini che ha aperto il corso spiegando il sistema solare e celebrando il 50° anno dallo sbarco sulla Luna. La sala è gremita, siamo contentissimi del risultato inaspettato… in tempo reale aggiorniamo il nostro sito.
Finalmente, lo scorso giovedì mi arriva il tanto agognato Samyang da 10 mm. Insieme a me c’è il Geppe, nuovo acquisto del gruppo AstroVersilia. Guardiamo insieme l’obiettivo e arriviamo alla conclusione che è in ottimo stato, per cui decidiamo di andare a divertirci un po’ a Passo Croce all’indomani. Io con l’obiettivo nuovo e il Geppe con il Taka.
Il giorno dopo lui è già su, io arrivo verso le 21 bell’e cenato. Mi piazzo nella posizione migliore dove poter riprendere i torrioni del Corchia e la via Lattea senza figure che interferiscano con l’inquadratura, mentre Geppe occupa il solito posto sulla strada, scansato da parte. E finalmente, con Vega, Deneb e Altair che sono già alte e luminose, Giove e Saturno che cominciano il loro interminabile viaggio, ecco che arrivano le condizioni per vedere la Polare. Geppe allinea e si comincia a fotografare. Lui decide di fare la Elephant trunk mentre io aspetto ancora le condizioni ottimali per vedere la via Lattea.
Serata strepitosa, seeing 4/5, vento quasi a 0, visitatori 0. Ed ecco le ultime parole famose. Si avvicina una macchina. Fari? Ovviamente spianati, allo Xenon. Arriva in cima, fa manovra, parcheggia. Fin qui tutto tollerabile, del resto è comprensibile: siamo su una strada pubblica, non possiamo pretendere di stare soltanto noi. Però esiste anche il rispetto per gli altri, cosa che spesso e volentieri manca in taluni soggetti che piovono a Passo Croce.
Molti personaggi fra quelli che arrivano sono incuriositi dalla nostra attività, cercano comunque un approccio gentile, facendoti domande a cui seguono le nostre risposte belle condite; poi alcune volte arrivano i più esilaranti: i saponi (ossia: quelli che sanno tutto loro). Mentre preghi che non ti vengano d’intorno al telescopio per evitare vibrazioni, li senti mentre contemplano Capella che sorge con “bello, quello gliè Marte eh…” e ti fanno trattenere la risatina sotto i denti a stento… Finchè non resisti più e, indicando i generatori eolici di Peccioli gli dici “ma l’hai visto quel gruppo di nane rosse laggiù che sta sorgendo ora?” e poi soddisfattissimi se ne tornano via, dopo aver fatto bella figura con la signora di turno. Sempre ovviamente sciupandoti lo scatto, perchè non hanno ovviamente la sensibilità di capire che i fanali delle loro auto possono sciupare il tuo lavoro.
Ma venerdì sera abbiamo toccato un po’ il limite perchè questo personaggio di cui ho accennato su ha continuato a mantenere i fari accesi per un tot di tempo e, alla richiesta di spengerli, ha reagito dicendo “ti butto di sotto te e il coso”. D’istinto ho risposto “vieni, in quanti siete?”
In genere purtroppo il passo è meta di (ahimè) spacciatori e utilizzatori di sostanze stupefacenti con i quali è bene non avere a che fare. Il rischio di contrarre qualche malattia in seguito ad eventuali colluttazioni è alto, per cui preferiamo soprassedere. Però questo mio articolo è rivolto anche a qualche organo di controllo che, se ogni tanto facesse un giro lassù, contribuirebbe a rendere Passo Croce un posto migliore per tutti, e non solo per gli astrofili.
E’ seguito il silenzio, noi abbiamo continuato imperterriti a fotografare dopodichè il personaggio con la sua macchina (di cui ho annotato tipo ed anche la targa, tante volte leggesse anche lui), è tornato indietro fermandosi un centinaio di metri più sotto, in prossimità dell’accesso alla piazzola che si affaccia sulla sottostante via di Arni, per poi andarsene dopo una mezz’ora. Ovviamente sciupandomi uno degli scatti del trail che stavo facendo. Ringrazio quindi questo gran signore, che poi scendendo ho ritrovato parcheggiato nei pressi di un noto bar della zona.
Nel frattempo è sopraggiunto anche Simone che ha provato a riprendere Marte, il suo arrivo è stato buffissimo perchè guidava fuori dal finestrino, a fari spenti, luce rossa a tutto spiano….incredibile e memorabile.
Comunque: un po’ di educazione e rispetto non guastano mai e rendono più pacifica la convivenza, qualunque sia il tipo di attività che vai a fare lassù. Noi non facciamo male a nessuno ma questi signori, che vengono lì a farsi male per sè stessi, almeno abbiano la decenza di non arrecare disturbo agli altri. Basta tanto poco, ma come si può pretendere rispetto da chi non ne ha per sè stesso?
Siamo comunque riusciti a fare qualcosa, i risultati seguiranno non appena saranno elaborati.
avrebbe dovuto essere il giorno della cometa 45p Honda-Mrkos-Pajdusakova che però non si è voluta far trovare, per cui io, Roberto e Simone abbiamo optato per altri target.
La giornata era cominciata bene, lo scorso sabato era un sereno come non se ne vedeva da un bel po’, brezza leggera e senza umidità. Riesco a preparare il computer con il nuovo hd per inaugurare il nuovo GSO RC8, la luce per i gli scatti flat.. tutto, insomma tutto pronto per fotografare la tanto famigerata cometa. Già triste per non essere potuto andare all’osservatorio a San Marcello Pistoiese ho deciso di chiamare gli altri membri del gruppo ed organizzare un’osservazione qui dall’osservatorio di Pontaranci (meglio noto come casa mia….).
Senza nemmeno rinunciare al sonnellino propiziatorio per la nottata imminente, preparo la montatura e tutto il necessario. Ora di cena, un boccone veloce ed arriva l’agognato momento. Calibrazione della montatura… ok, ci siamo. In visuale serve una sola prolunga, con la fotocamera servono entrambe. Allineamento effettuato, punto su Sirio per il fuoco della fotocamera, monto la Bathinov e metto a fuoco. Cometa, sei mia!
Arriva nel frattempo Roberto, insieme cerchiamo la 45P ma niente da fare, non si trova. Eppure sappiamo dov’è, o, è lì… si deve vedere! Ma niente da fare, non la vediamo. Software di puntamento sguainati, nemmeno fossimo la NATO, gira pure sul joystick… niente da fare, la 45p Honda-Mrkos-Pajdusakova fa la preziosa, se la tira e non si fa vedere.
Nel frattempo arriva anche Simone, che, preso anche lui dalla ricerca della cometa, tarda nel montare l’attrezzatura (siamo intorno a mezzanotte circa).
Delusi dal fatto di non essere stati in grado di trovare la cometa, ecco che la notte della cometa diventa….
anzi…. la notte della Civetta. Visto che l’Orsa Maggiore ormai era quasi allo zenit, mi viene in mente di fotografare M97, detta anche nebulosa Civetta, bell’oggetto da dare in pasto all’ RC8. Il freddo si fa pungente, i gradi sono circa 3, il sensore della Canon segna 7°. Puntiamo su M97… EQMOD comincia a lampeggiare come un antifurto; MERIDIANO, MERIDIANO, MERIDIANO! No….non è possibile, ci tocca aspettare. E nel frattempo una nebulosa non la vuoi guardare? Ecco come si fa una nebulosa fatta in casa: si prende un fornello da campo, ci si butta su una bistecchiera e si comincia ad arrostire le salsiccie (dette anche salcicce in dialetto locale), ed ecco creata la nebulosa della Salsiccia. I gas attiravano anche le civette di passaggio che si chiamano da un estremo all’altro del campo vicino.
E mentre cucino, Simone si attrezza per la ripresa di Giove, che finalmente sta sorgendo.
In effetti un po’ di nebulosa si nota anche nella foto 😉
Fedeli satelliti della nebulosa della Salsiccia sono stati ripresi durante la loro orbita intorno alla nebulosa:
Il passaggio dei satelliti Poncealmandarino e Morellinodiscansano hanno sicuramente alleviato le conseguenze del freddo e della pagnotta con salsiccia piantata nello stomaco dopo aver passato l’orizzonte degli eventi. Sono già le due di notte passate e ora cominciamo a fare sul serio…
Simone si attrezza per riprendere Giove:
Barlow montata sul piccolo Celestron Nextar 114 e via di QHY5L IIC, trovando il giusto compromesso tra guadagno e sensibilità, riusciamo ad incassare anche le bande colorate di Giove. Ma… scopriamo che qualcosa muove il telescopio. Cerca dappertutto, alla fine realizziamo che il lastrone di cemento dove appoggia il Celestron è mobile 😉
mentre io e Roberto imprechiamo come due giocatori di tressette che perdono, mentre cercano di centrare M97 nel fotogramma. Dopo notevoli pigiamenti di tasti finalmente la Civetta è ingabbiata…. Un veloce scatto di prova…
Si vedono bene i vuoti ai due poli della nebulosa e si intravede anche la colorazione ossa dei gas esterni. Bene, comincia la notte della Civetta.
Arriviamo finalmente alla fine della nottata, portando sempre e comunque a casa un bel risultato. Immagine a risoluzione piena in galleria.
Lo staff di AstroVersilia vi saluta, oggi è nato il nostro sito. Qualche tempo fa, in una nota birreria versiliese ci siamo trovati, abbiamo parlato di fronte ad una birra ed abbiamo creato un gruppo di appassionati astrofili
Il nostro è un gruppo libero il cui scopo è quello di accomunare le persone che condividono la nostra passione: l’Astronomia. Ci piace fotografare, divulgare, giocare ma soprattutto ci piace conoscere le meraviglie del cielo notturno.
Se la pensi come noi e ti piace condividere la tua esperienza, aiutandoci a progredire sei il benvenuto.
Un caro saluto,
Lo Staff di AstroVersilia
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