Una rinfrescata ogni tanto ci vuole…

Ci risiamo… io, Rossano e Geppi. Stavolta c’è anche Anna Maria. 21 aprile, ore 19 siamo già tutti su al passo e stiamo montando. Una spessa coltre di nubi mi fa esitare per un po’, ma mentre gli altri avevano già montato, io ci penso ancora, mentre ne approfitto per mangiare qualcosa. C’è vento… le nubi cominciano  a diradarsi… anche se poco fiducioso, tiro fuori tutta la cavetteria e collego tutta l’apparecchiatura. E’ la prima volta che provo sul campo la configurazione in parallelo dell’ottantino e dell’rc8. 

Si comincia ad intravedere la Polare, quindi comincio l’allineamento del telescopio. Non è stata una cosa facile riuscire a bilanciarlo, vista la differenza di pesi dei telescopi, ma alla fine, con molta pazienza, riesco nell’intento e comincio la ripresa. 

Il soggetto designato è M81, la Galassia di Bode. Comincio a notare una certa velatura sul tetto della macchina, ma non gli do troppa importanza, mi accerto comunque che il primario non risenta di quella guazza che c’è nell’aria. Eppure non dovrebbe essere così…. visto il vento, che avrebbe dovuto spazzare via l’umidità… visto però il freddo che comincia a diventare pungente decido di provare il dithering invece di fare i dark… il vento si intensifica e mi rifugio nella marginetta del passo. Anna è in macchina che si ripara dal freddo, mentre con Rox e Geppi cerchiamo di scaldarci con un po’ di rum.

A mezzanotte e mezzo circa mi rendo conto che c’è qualcosa di bianco sul computer e sul telescopio. Non sento più le estremità, il freddo c’è e si vede, il bianco sull’attrezzatura è ghiaccio… decido quindi di sospendere l’attività fotografica, non prima di aver effettuato una serie di flat, e poi comincio a smontare. Il risultato non è dei più eccelsi, ma è sicuramente già qualcosa…. il risultato naturalmente va in galleria.

Galassia di Bode

Adesso non resta che riprovare, integrando maggiormente ed aumentando il tempo di posa. Ma la configurazione funziona e, anche se il gelo ci ha messo in fuga, la prossima puntata riprovo a riprenderla di nuovo. Alla prossima!

 

 

 

 

 

Col sole che c’è… ci vuole un Sombrero (e perchè no, anche un sigaro….)

Venerdì 31 marzo, come d’accordo ci si trova al passo con Rossano. Con la macchina ancora carica da martedì notte riparto alla volta di Passo Croce. La serata non promette bene ma decidiamo di tentare ugualmente. Oltre a Rossano so che devono presenziare anche i due Paoli di Lucca, gli ex proprietari della mia montatura. Loro vengono col binocolo.

Sono il primo ad arrivare e visto che chi arriva primo ben alloggia mi ciuccio subito il mio posto, di fronte alla marginetta, utile per ripararsi dal vento e dal freddo qualora ce ne sia bisogno. Bene, alle 19,15 sono pronto per cominciare e mi ci schiocco sopra il panozzo amorevolmente preparato dalla moglie, insieme alla prima birrozza. 

Mentre mangio arriva Rossano ed anche lui comincia subito ad attrezzarsi, è determinato e stasera vuole trovare la cometa. Io invece intendo ritentare un tot di scatti alla Sombrero (m104) ma il seeing è nemico, c’è turbolenza, scie chimiche, ed è già rispuntata anche la luna che, nonostante sia solo un falcetto, illumina già parecchio mettendo a rischio la qualità delle foto. 

Comincio a fare il plate solving ma stavolta ho usato la barlow con il tele di guida, voglio vedere se riesco ad essere più preciso. Del resto con una focale così lunga guidare non è assolutamente facile, le correzioni sono paurose. Punto il soggetto, rifaccio un solving veloce, sono di pochi gradi distante da M104. Correggo il tiro, centro perfetto, eccola lì, adesso sei nel mezzo e ti porto a casa. Provo a fare un primo scatto da 360 secondi ad 800 iso ma niente da fare, la guida con la barlow mi crea problemi. Molti, troppi problemi. Mi girano enormemente i satelliti, strappo via la barlow dal tele di guida, rimetto la cam, rifaccio il fuoco e ricomincio a guidare. Via, sessione partita. Eccola lì, nel pieno della sua bellezza. 

La luna c’è ancora, l’inquinamento luminoso di Lucca mi da parecchio fastidio ma ho montato il filtro e decido di continuare. Le nubi stanno salendo, così come la tensione. Nel frattempo sento una filza di bestemmie da paura… A Rossano non funziona la guida ma imperterrito continua a provare. Niente da fare, non ce la fa. I Paoli decidono di lasciarci e Rossano, senza guida, si dedica alla ricerca della cometa. Imposta le coordinate a mano sulla pulsantiera, il telescopio gira fra Mizar e il Drago… Scatta la fotocamera ed eccola lì, sfuggente e misteriosa ma la 41P è immortalata. 

Nel frattempo osservo ancora le nubi salire, è uno scenario che ha del fantastico, le luci della Versilia perse nelle nubi che amplificano quell’arancione fastidioso e deleterio per gli astrofili.

Dopo aver fatto 17 scatti a M104, mentre Rossano continua a fotografare la cometa, decido di cambiare soggetto. Spulciando su Stellarium mi capita l’occhio sulla quantità di galassie che si trovano nell’Orsa maggiore e punto a caso. Bodes, o M81. Non sono perfettamente allineato, ma faccio uno scatto di prova. E casualmente mi trovo in mezzo allo schermo la Galassia Sigaro, M82. Decido di tentarla ma già dal primo scatto il piccolo inverter si mette ad urlare, la batteria si sta miseramente scaricando. Riesco giusto giusto a fare 5 scatti ed i flat, fortunatamente non ho dovuto fare i dark perchè ho usato la tecnica del dithering, ma sono già soddisfatto, si vede benino ma devo integrare di più. Bene… intanto le immagini della serata di venerdì sono al sicuro in galleria, mentre il prossimo appuntamento è per continuare la Galassia Sigaro… 

Il giorno della Civetta

avrebbe dovuto essere il giorno della cometa 45p Honda-Mrkos-Pajdusakova che però non si è voluta far trovare, per cui io, Roberto e Simone abbiamo optato per altri target.

La giornata era cominciata bene, lo scorso sabato era un sereno come non se ne vedeva da un bel po’, brezza leggera e senza umidità. Riesco a preparare il computer con il nuovo hd per inaugurare il nuovo GSO RC8, la luce per i gli scatti flat.. tutto, insomma tutto pronto per fotografare la tanto famigerata cometa. Già triste per non essere potuto andare all’osservatorio a San Marcello Pistoiese ho deciso di chiamare gli altri membri del gruppo ed organizzare un’osservazione qui dall’osservatorio di Pontaranci (meglio noto come casa mia….). 

Senza nemmeno rinunciare al sonnellino propiziatorio per la nottata imminente, preparo la montatura e tutto il necessario. Ora di cena, un boccone veloce ed arriva l’agognato momento. Calibrazione della montatura… ok, ci siamo. In visuale serve una sola prolunga, con la fotocamera servono entrambe. Allineamento effettuato, punto su Sirio per il fuoco della fotocamera, monto la Bathinov e metto a fuoco. Cometa, sei mia!

Arriva nel frattempo Roberto, insieme cerchiamo la 45P ma niente da fare, non si trova. Eppure sappiamo dov’è, o, è lì… si deve vedere! Ma niente da fare, non la vediamo. Software di puntamento sguainati, nemmeno fossimo la NATO, gira pure sul joystick… niente da fare, la 45p Honda-Mrkos-Pajdusakova fa la preziosa, se la tira e non si fa vedere.

Nel frattempo arriva anche Simone, che, preso anche lui dalla ricerca della cometa, tarda nel montare l’attrezzatura (siamo intorno a mezzanotte circa).

Delusi dal fatto di non essere stati in grado di trovare la cometa, ecco che la notte della cometa diventa….

anzi…. la notte della Civetta. Visto che l’Orsa Maggiore ormai era quasi allo zenit, mi viene in mente di fotografare M97, detta anche nebulosa Civetta, bell’oggetto da dare in pasto all’ RC8. Il freddo si fa pungente, i gradi sono circa 3, il sensore della Canon segna 7°. Puntiamo su M97… EQMOD comincia a lampeggiare come un antifurto; MERIDIANO, MERIDIANO, MERIDIANO! No….non è possibile, ci tocca aspettare. E nel frattempo una nebulosa non la vuoi guardare? Ecco come si fa una nebulosa fatta in casa: si prende un fornello da campo, ci si butta su una bistecchiera e si comincia ad arrostire le salsiccie (dette anche salcicce in dialetto locale), ed ecco creata la nebulosa della Salsiccia. I gas attiravano anche le civette di passaggio che si chiamano da un estremo all’altro del campo vicino.

 

 

 

 

 

 

 

E mentre cucino, Simone si attrezza per la ripresa di Giove, che finalmente sta sorgendo.

In effetti un po’ di nebulosa si nota anche nella foto 😉

Fedeli satelliti della nebulosa della Salsiccia sono stati ripresi durante la loro orbita intorno alla nebulosa:

 

Il passaggio dei satelliti Poncealmandarino e Morellinodiscansano hanno sicuramente alleviato le conseguenze del freddo e della pagnotta con salsiccia piantata nello stomaco dopo aver passato l’orizzonte degli eventi. Sono già le due di notte passate e ora cominciamo a fare sul serio…

 

 

 

 

 

Simone si attrezza per riprendere Giove:

 Barlow montata sul piccolo Celestron Nextar 114 e via di QHY5L IIC, trovando il giusto compromesso tra guadagno e sensibilità, riusciamo ad incassare anche le bande colorate di Giove. Ma… scopriamo che qualcosa muove il telescopio. Cerca dappertutto, alla fine realizziamo che il lastrone di cemento dove appoggia il Celestron è mobile 😉

 

 

 

mentre io e Roberto imprechiamo come due giocatori di tressette che perdono, mentre cercano di centrare M97 nel fotogramma. Dopo notevoli pigiamenti di tasti finalmente la Civetta è ingabbiata…. Un veloce scatto di prova…

 

 

 

 

 

Si vedono bene i vuoti ai due poli della nebulosa e si intravede anche la colorazione ossa dei gas esterni. Bene, comincia la notte della Civetta.

 

Arriviamo finalmente alla fine della nottata, portando sempre e comunque a casa un bel risultato. Immagine a risoluzione piena in galleria.

Nebulosa Civetta M97 cat. Messier. Nebulosa planetaria. Somma di 5 scatti da 420″ con Canon 450D al fuoco diretto di GSO RC8 guidato con cercatore Skywatcher 9×50 e camera di guida QHY5LII-C, sottrazione di 7 dark e livellamento di 5 flat.

 

M52 + NGC7635

Preso dalla voglia di fotografare la nebulosa “Bolla” (NGC7635) senza utilizzare strumenti a lunga focale, ho deciso di utilizzare il quadrupletto TS65Q in modo da far entrare nel campo dell’immagine anche l’ammasso aperto M52.

Ecco il risultato di 25 pose guidate da 5 minuti cadauna di entrambi gli oggetti situati nella costellazione di Cassiopea. Buona visione!