Mercurio: Inosservabile a inizio mese per via della congiunzione con il Sole del giorno 4, a fine mese, il 31, si verifica la miglior condizione, dell’anno in corso, per la sua osservazione serale, arrivando a tramontare 1 ora e 54 minuti dopo il Sole.
Venere: Ancora osservabile ad inizio mese, dove tramonta circa 3 ore dopo il Sole, a occidente, vede ridursi velocemente il suo periodo fino ad diventare inosservabile per via della sua congiunzione con il Sole nei primi giorni di Giugno.
Marte: Osservabile nelle ultime ore della notte, a SE, prima del sorgere del Sole.
Giove: Osservabile nel corso della seconda parte della notte, basso sull’orizzonte a SE, in coppia con Saturno, prossimo alla culminazione a S quando il cielo è già chiaro per le luci dell’alba.
Saturno: Condizioni di visibilità pressoché simili a quelle di Giove.
Urano: A causa della congiunzione con il Sole avvenuta negli ultimi giorni del mese scorso rimane inosservabile per quasi tutto il mese.
Nettuno: Basso sull’orizzonte ESE poco prima del sorgere del Sole, segue il gruppo dei pianeti del mattino (Giove, Saturno, Marte), sorgendo dopo Marte (Non osservabile ad occhio nudo, serve un telescopio).
Plutone: Osservabile nella seconda parte della notte, sorge poco prima di Giove, da SE, culmina poco prima del sorgere del Sole (Non osservabile ad occhio nudo, serve un buon telescopio).
Eventi:
Luna – Giove – Saturno: Prima dell’alba, nelle notti del 12 e 13 maggio, avremo la congiunzione del due pianeti con il nostro satellite: (vedi mappe) 12 Maggio e 13 Maggio
Luna – Marte: All’alba del 15 Maggio sarà la volta di Marte (vedi mappa).
Venere – Mercurio: Il 22 Maggio possiamo vedere Venere e Mercurio che tramontano insieme (vedi mappa).
Luna – Venere – Mercurio: Il 24 Maggio la Luna raggiunge i pianeti interni, accompagnandoli nel tramonto con un bellissimo falcetto (vedi mappa).
Avendo la sfortuna di fotografare da una posizione che offre una finestra di cielo abbastanza limitata, fin dai miei primissimi tentativi di fotografia astronomica ho dovuto “razionalizzare” il tempo utile durante le nottate serene, facendo più soggetti a seconda della loro visibilità. Il segnale raccolto in questo modo, tuttavia, non è sufficiente per ottenere un’ immagine accettabile, e così quasi sempre devo tornare sullo stesso soggetto in più nottate. Questo vuol dire avere un gran numero di frames da gestire tra light, dark e flats. Per metterli insieme utilizzo Deep Sky Stacker, che su questo però è poco user friendly. Raccogliendo informazioni qua e la, soprattutto da oltreoceano, sono arrivato a capirne un pochino di più.
I GRUPPI: In basso nella schermata principale di Deep Sky Stacker sono presenti delle “schede” che possono contenere ognuna una sessione di astrofotografia. All’apertura del programma appare solo la scheda “gruppo principale“, ma quando andiamo ad inserire anche solo un frame in questa cartella, automaticamente si creerà la scheda “gruppo 1“. Inserendo qualcosa in quest’ultimo avremo accesso alla scheda “gruppo 2” e così via. La filosofia di DSS con questi gruppi è la seguente:
Ciò che viene inserito nel Gruppo Principale ha effetti sugli altri gruppi
Ciò che viene inserito nei gruppi successivi ha effetto solo sul gruppo in cui viene inserito
All’inizio mi era sembrato strano questo modus operandi, ma pensandoci bene in realtà è molto comodo:
Immaginiamo infatti di poter lasciare la strumentazione montata per più di una sera: potremo fare i flat frames un’unica volta ed utilizzarli per tutte le nostre sessioni. Allora questi flat frames dovranno essere inseriti nel Gruppo Principale.
Altro esempio: chi ha la fortuna di possedere una camera raffreddata, può crearsi delle librerie di dark, catalogandole per temperatura di raffreddamento e durata dell’esposizione. Anche in questo caso, se abbiamo effettuato più serate con gli stessi parametri, potremo caricare i dark solo nel gruppo principale, e automaticamente tutti i gruppi verranno calibrati con quelli.
Di tutto questo ne abbiamo conferma dalla finestra “Procedure di combinazione” che si apre subito prima di lanciare l’allineamento delle nostre foto: Se proviamo a inserire, per esempio, 19 flats nel gruppo principale, e nei successivi gruppi inseriamo solo light e dark, dalla finestra in questione vedremo che DSS calibrerà tutti i gruppi anche con 19 flat.
Questo bypassa anche un piccolo ma tosto problema di DSS: se in gruppi diversi sono presenti frames con nomi uguali, questi non verranno combinati. Quindi se inserissimo gli stessi flat in più gruppi questi verrebbero usati solo una volta. E’ importante ricordarsi che tale limite è presente anche per i light: se la nostra DSLR ci fornisce una numerazione progressiva che si azzera ogni volta che scarichiamo le foto, sicuramente avremo frames con nomi uguali durante le varie sessioni: ricordiamoci di rinominarli! Altrimenti alla fine della procedura il numero di frames combinati non ci tornerà con il numero di frames caricati in DSS.
Come fare quindi per fare lo stack di sessioni multiple con DSS? Qua di seguito metto il procedimento che uso io.
Cerco il light che più mi piace quanto a posizionamento dell’oggetto, e lo inserisco nel gruppo principale. Questo servirà da riferimento per l’allineamento, in altre parole tutti i successivi frames verranno “impilati” sopra a questo.
Se ho fatto i flats una sola volta, inserisco anche questi nel gruppo principale.
Inserisco i light e i dark delle varie sessioni nei gruppi successivi (un gruppo per sessione) avendo cura di non reinserire il file che ho usato come riferimento nel gruppo principale. (Questo solo per aver corrispondenza fra il numero dei frames caricati e quelli combinati. Infatti, se non volendo inserissimo due volte un frame con lo stesso nome, questo ci apparirebbe nel conteggio generando confusione, ma non verrebbe comunque combinato due volte).
Controllo che i numeri tornino dalla finestra “procedura di combinazione”
Lancio l’allineamento
Controllo che il numero di frames elaborati (visibile in alto sopra l’immagine combinata) coincida con quello dei frames caricati.
Questo è quanto, spero di essere stato utile a chi ci andrà a sbattere la testa contro.
O almeno, a me è successo così. Erano anni che avevo abbandonato la passione per l’astronomia, ma in questo periodo di forzato ritiro ho potuto realizzare quello che mi frullava nella testa da un po’: rispolverare l’attrezzatura, rimasta ferma da più di 10 anni, e dedicarmi di nuovo a questa meravigliosa passione. E così, per merito anche di mia moglie che è incline a assecondare tutti i miei capricci, ci siamo messi di buona lena a pulire ottiche e sostituire condensatori (ebbene si, il mio telescopio, un LX200 da 10 pollici, era di quelli che “prendevano fuoco” a causa di condensatori al tantalio che mal reggevano i 18v di alimentazione). Ci è voluto un po’ di tempo per mettere a punto tutto, la tecnologia in 10 anni ha fatto passi da gigante ma alla fine, tra prove e “paroline magiche”, ora tutto funziona. Rimane il problema che l’LX200 in configurazione equatoriale è un pachiderma da un quintale, un po’ sprecato come supporto per un APO da 80 mm che uso per l’astrofotografia; però per il momento questo c’ho e questo uso. La montatura a forcella non eccelle in nulla ma fa bene il suo lavoro, se si è disposti a fare un po’ i contorsionisti per cercare di guardare nell’oculare durante l’allineamento. Quello che impressiona, se si considera che si tratta di un progetto del 1993, è la precisione di puntamento e le funzioni, che sostanzialmente sono identiche a quelle di montature progettate 25 anni dopo.
Qua sotto vi mostro i miei primi tentativi di fotografia digitale. Non siate troppo severi, con photoshop sono un asino. Per ora so solo regolare il livello del nero e stretchare le curve.
no, spiacenti, non vogliamo nominare la causa di quello che ci sta accadendo, che ci sta tenendo in casa (per fortuna). Non è un bel periodo per nessuno, e lo sappiamo… Ciò nonostante cerchiamo ugualmente di fare attività di gruppo, se pur a distanza, i ragazzi del team AstroVersilia si danno da fare.
In effetti questo sereno ci ha dato una mano, abbiamo avuto la fortuna di avere il novilunio con un ottimo seeing e ne abbiamo approfittato.
Ognuno a casa sua, aspettavamo l’evento dell’anno: il passaggio di Venere attraverso la costellazione delle Pleiadi, cosa che non rivedremo per parecchio tempo. Per cui ognuno di noi ha preparato, come meglio ha potuto, il proprio setup, nonostante il quarto di luna ormai ben pronunciato, e si è dato da fare. Si, perchè già siamo costretti a stare in casa, i più fortunati in giardino, e quindi chi dal giardino chi dal balcone si è arrangiato e si è messo all’opera.
Il setup dell’osservatorio del Gruppo Astrofili Astroversilia per l’occasione di Venere e le Pleiadi
Mentre la maggior parte della gente appende il tricolore, presa da forte nazionalismo, noi abbiamo issato la bandiera dell’Elba e di San Piero in Campo, quale simbolo di gemellaggio fra il nostro gruppo ed il Gruppo Astrofili di San Piero (isola d’Elba), che aiuteremo in futuro nel loro progetto di costruzione dell’osservatorio. Arriva la sera e finalmente si cominciano a vedere le sette sorelle. E Venere che sta quasi per invadere il campo con prepotenza. Però è basso sull’orizzonte e ci sono costruzioni che danno fastidio alla ripresa. Mentre aspetto che l’ostacolo venga superato scorgo una luce in direzione sud-est che si sposta molto velocemente. Essendo abituato alle dimensioni ed alla velocità, capisco al volo che si tratta della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) e mi precipito a dare il via alla ripresa…ed ecco che a fine ripresa, dopo un minuto, appare la traccia dell’orbita della ISS, che però si eclissa velocemente…..
il passaggio della ISS nel pieno del fotogramma, fra le Pleiadi e Venere
Fra una ripresa e l’altra non ci siamo fatti certo mancare un cordiale, vista la temperatura non proprio gradevole, e anche un QSO in radio con i colleghi radioamatori della zona….
il fido Yaesu FT23R e il cordialino… Questa si che è una radio. Facile parlare via internet (questa era per quelli che usano le radio finte, HI)
Nelle immediate vicinanze, al Crociale, Roberto ha deciso di non scomodare la montatura e di divertirsi con la reflex, cavalletto e 250 mm di ottica
La ripresa di Roberto dal balcone di casa sua al Crociale
Ma non solo qui siamo attivi, anche gli altri ragazzi del gruppo stanno facendo più o meno la stessa cosa…. In Valdichiana Roberto si da da fare con il suo setup
il setup di Roberto a Foiano della Chiana
Anche lui era al posto giusto nel momento giusto ed ha avuto la fortuna di riprendere il passaggio della ISS ma con diversi fotogrammi invece di uno solo…
Venere, le Pleiadi e l’orbita della ISS a Foiano della Chiana
Il tam tam prosegue, ci sentiamo sul nostro gruppo di whatsapp, un gruppo dove si ride si scherza ma si fa didattica, si condividono idee e immagini, si cerca di migliorarci sempre di più, sempre fra una risata e l’altra, soprattutto in questo periodo.
A Camaiore abbiamo Angelo che, pur essendo alle prime armi, si da da fare parecchio….
il setup di Angelo
Siamo sempre qui, imperterriti. Dobbiamo stare a casa? Possiamo dormire un po’ di più? E allora passiamo un po’ di tempo fuori, a fare foto. Rossano, da Stiava, anche lui è preso ma dalla B33, più nota come nebulosa Testa di Cavallo (o di avallo, come dice Rossano), blasonata ma sempre bella da vedere e da fotografare, integrando sempre di più per scorgere sempre maggiori particolari….
Il setup di Rossano
Poco lontano in linea d’aria abbiamo uno dei nuovi Soci, Giovanni, che da Camaiore si butta su M106
M106 ripresa da Giovanni Paoli
Le luci cittadine e la luna che volge verso il plenilunio non ci aiutano, il chiarore è troppo alto ma ci proviamo ugualmente
il setup di Giovanni
Ultimo, ma non meno importante, nella posizione più sfigata che mai, abbiamo anche il nostro Simone, da Cerreta Sant’Antonio… che nonostante la buona volontà….. ha rinunciato!
il setup di Simone
Ma anche stasera siamo sul pezzo, tutti presenti, e non ci vogliamo perdere ques’unica occasione che abbiamo di vedere Venere che attraversa le Pleiadi… un po’ meno in pompa magna ma anche stasera ci abbiamo provato
e dopo Venere non vuoi cercare la cometa C/2019 Y4 Atlas?
Stasera, vista la facilità del soggetto e comunque il poco tempo a disposizione prima del tramonto, ho optato per un setup leggero. Semplicemente il cavalletto, telecomando, la fida Canon 1100D e il Sigma 70/200 F:2,8 con moltiplicatore 1,4X
E ci ritiriamo presto, deponiamo le armi e ci prendiamo un periodo di un paio di settimane di riposo visto l’evolversi della luna, sperando che questa costrizione ai domiciliari finisca velocemente, per noi, per voi e per tutti.
Non dimentichiamo che il corso cominciato a gennaio non è ancora finito, abbiamo ancora da fare l’uscita al planetario, già concordata, e l’osservazione pubblica. Cercheremo di farla quando non sarà più necessario indossare le mascherine o mantenere le distanze. Nel frattempo state a casa, guardate il cielo, state con noi e pensate che tutto andrà per il meglio.
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