Col sole che c’è… ci vuole un Sombrero (e perchè no, anche un sigaro….)

Venerdì 31 marzo, come d’accordo ci si trova al passo con Rossano. Con la macchina ancora carica da martedì notte riparto alla volta di Passo Croce. La serata non promette bene ma decidiamo di tentare ugualmente. Oltre a Rossano so che devono presenziare anche i due Paoli di Lucca, gli ex proprietari della mia montatura. Loro vengono col binocolo.

Sono il primo ad arrivare e visto che chi arriva primo ben alloggia mi ciuccio subito il mio posto, di fronte alla marginetta, utile per ripararsi dal vento e dal freddo qualora ce ne sia bisogno. Bene, alle 19,15 sono pronto per cominciare e mi ci schiocco sopra il panozzo amorevolmente preparato dalla moglie, insieme alla prima birrozza. 

Mentre mangio arriva Rossano ed anche lui comincia subito ad attrezzarsi, è determinato e stasera vuole trovare la cometa. Io invece intendo ritentare un tot di scatti alla Sombrero (m104) ma il seeing è nemico, c’è turbolenza, scie chimiche, ed è già rispuntata anche la luna che, nonostante sia solo un falcetto, illumina già parecchio mettendo a rischio la qualità delle foto. 

Comincio a fare il plate solving ma stavolta ho usato la barlow con il tele di guida, voglio vedere se riesco ad essere più preciso. Del resto con una focale così lunga guidare non è assolutamente facile, le correzioni sono paurose. Punto il soggetto, rifaccio un solving veloce, sono di pochi gradi distante da M104. Correggo il tiro, centro perfetto, eccola lì, adesso sei nel mezzo e ti porto a casa. Provo a fare un primo scatto da 360 secondi ad 800 iso ma niente da fare, la guida con la barlow mi crea problemi. Molti, troppi problemi. Mi girano enormemente i satelliti, strappo via la barlow dal tele di guida, rimetto la cam, rifaccio il fuoco e ricomincio a guidare. Via, sessione partita. Eccola lì, nel pieno della sua bellezza. 

La luna c’è ancora, l’inquinamento luminoso di Lucca mi da parecchio fastidio ma ho montato il filtro e decido di continuare. Le nubi stanno salendo, così come la tensione. Nel frattempo sento una filza di bestemmie da paura… A Rossano non funziona la guida ma imperterrito continua a provare. Niente da fare, non ce la fa. I Paoli decidono di lasciarci e Rossano, senza guida, si dedica alla ricerca della cometa. Imposta le coordinate a mano sulla pulsantiera, il telescopio gira fra Mizar e il Drago… Scatta la fotocamera ed eccola lì, sfuggente e misteriosa ma la 41P è immortalata. 

Nel frattempo osservo ancora le nubi salire, è uno scenario che ha del fantastico, le luci della Versilia perse nelle nubi che amplificano quell’arancione fastidioso e deleterio per gli astrofili.

Dopo aver fatto 17 scatti a M104, mentre Rossano continua a fotografare la cometa, decido di cambiare soggetto. Spulciando su Stellarium mi capita l’occhio sulla quantità di galassie che si trovano nell’Orsa maggiore e punto a caso. Bodes, o M81. Non sono perfettamente allineato, ma faccio uno scatto di prova. E casualmente mi trovo in mezzo allo schermo la Galassia Sigaro, M82. Decido di tentarla ma già dal primo scatto il piccolo inverter si mette ad urlare, la batteria si sta miseramente scaricando. Riesco giusto giusto a fare 5 scatti ed i flat, fortunatamente non ho dovuto fare i dark perchè ho usato la tecnica del dithering, ma sono già soddisfatto, si vede benino ma devo integrare di più. Bene… intanto le immagini della serata di venerdì sono al sicuro in galleria, mentre il prossimo appuntamento è per continuare la Galassia Sigaro… 

Gli strani rigiri delle montature…..

Bene…. dopo aver ceduto il buon RC6 ed aver preso un RC8 Carbon realizzo che sia la guida sia la montatura sono inadatte per tale oggetto. Urge correre ai ripari. Fra me, Simone e Roberto stavamo valutando quale fosse l’alternativa valida per tutto il setup fotografico e, quasi per miracolo, il 25 marzo appare su Astrosell a Lucca una EQ6 Pro con un casino di accessori: niente coppie di ingranaggi ma trazione a cinghia, doppia piastra Vixen-Losmandy, barra contrappesi Geoptik…. e si trova a Lucca. Sono combattuto fra quella e una nEQ6 Pro a parità di prezzo ma a Finale Ligure. La scelta ricade quasi subito su quella a Lucca… ed ecco che RING, mi chiama Rossano, un caro amico speleologo, che mi dice che quella montatura lì era sua, mi elenca tutte le modifiche ecc ecc… soltanto di modifiche c’è un valore di patrimonio. Opto per questa e me l’aggiudico. Corro a prendermela e me la porto a casa, non prima di aver fatto una bella chiacchierata con i due Paoli, gli ex proprietari della montatura (con cui poi mi ritroverò lo scorso venerdì a passo croce, vedi articolo successivo). Il sabato me la porto subito dietro per l’osservazione a La Canonica di Pruno ma, come ben sappiamo, 

la maledizione della prima luce colpisce sempre ogni qualvolta si cambia il setup. Piove, governo ladro. Va bene ugualmente, la serata riesce bene con l’ausilio di proiettore, schermo e planetario. Il giorno dopo (sole abbestia, tanto per ironizzare un po’) scatto diverse foto alla mia hEQ5 e la metto in vendita su Astrosell. Nemmeno mezza giornata e subito c’è chi conclude la trattativa. E guardacaso è speleologo anche lui, il mitico Carroz. Bene, mi fa piacere che ci sia stato questo scambio internos di montature. Ma la cosa che mi colpisce è il fatto che da sottoterra siamo finiti allo spazio. Qualcuno me la sa spiegare questa?

Resto d’accordo con Rossano di andare al passo martedì sera. Arriva martedì, macchina stracarica dal lunedì, cielo eccezionale, seeing fantasticamente ottimo, luna zero. Serata perfetta.

Sarà che la stiamo aspettando da un tot, questa serata, la cometa 41P ci prende per il naso e con una focale così lunga non vuole farsi trovare. Al grido di “IO TI TROVERO’!” parto da casa, turbina calda e a regime, panino, birre, rhum…. sigari. Manca nulla? no. L’entusiasmo è sempre il solito, ogni volta che si va a fare foto è si una fatica, si torna a casa semiaddormentati ma alla fine il divertimento e la passione, soprattutto quelli, ci sono. Senza quelli si farebbe ben poco, ma il fatto di avere finalmente un’attrezzatura degna di chiamarsi tale da ancora più soddisfazione e voglia di fare.

L’emozione di aver visto un capriolo attraversarmi la strada a passo lento, fermandosi a guardarmi per qualche secondo è impagabile. 

Arrivo su alle 19 spaccate, trovo su il Geppi che ha già montato il Takashi 106 mentre aspetto Rossano. Faccio la conoscenza di Geppi, parcheggio e comincio a scaricare ed a montare.

Lascio acclimatare le attrezzature varie e mentre ci scappa un rhum scelgo il soggetto della serata. La cometa? no, M104, galassia sombrero nella costellazione della Vergine.

 

 

Comincio a fare il solving (si, lo ammetto, sono diventato pigro) e trovato il soggetto comincio a scattare… non mi pace, non mi piace. La guida si fa gli affari suoi. Eppure sto guidando con il telescopio di Nicola, perchè non guida bene? Le stelle sembrano palle da rugby, eppure va tutto bene, la proporzione c’è… la montatura è in bolla, l’allineamento polare è stato effettuato alla perfezione.  Non ho proprio idea. Lascio perdere e decidiamo di rivederci il venerdì successivo (31/03)…. 

Cena fra le stelle!

Messier marathon al ristorante La Canonica a Pruno di Stazzema, 25 marzo 2017

Dove la buona cucina si incontra con le stelle.
Il ristorante La Canonica, in collaborazione con il Gruppo Astrofili “AstroVersilia” organizza per sabato 25 marzo 2017 un’osservazione pubblica nel sagrato della chiesa di Pruno. Aperti da nord ad ovest, dopo la cena proposta dal ristorante La Canonica, sarà possibile ammirare, grazie a potenti telescopi dei soci del gruppo AstroVersilia, una buona parte dei corpi celesti del catalogo Messier, tra i quali nebulose, galassie, ammassi aperti, ed inoltre sarà possibile ammirare le bande colorate del pianeta Giove insieme ai suoi satelliti Galileiani.

Non perdete l’occasione di questo evento, dove il gusto si incontra con le stelle. Monica ed Alberto sapranno deliziarvi con la loro cucina particolare in un ambiente secolare, mentre i soci del gruppo spiegheranno come riconoscere le costellazioni del periodo e risponderanno alle vostre domande mentre osserverete il cielo con i telescopi. 

L’osservazione è libera mentre per la cena è necessaria la prenotazione al 333 881 6446. Posti limitati per la cena, il nostro suggerimento è quello di affrettarvi.

In caso di meteo avverso faremo ugualmente una carrellata di immagini di profondo cielo e pianeti riprese dai soci del gruppo e ci divertiremo con un planetario casalingo a riconoscere le costellazioni.

Il giorno della Civetta

avrebbe dovuto essere il giorno della cometa 45p Honda-Mrkos-Pajdusakova che però non si è voluta far trovare, per cui io, Roberto e Simone abbiamo optato per altri target.

La giornata era cominciata bene, lo scorso sabato era un sereno come non se ne vedeva da un bel po’, brezza leggera e senza umidità. Riesco a preparare il computer con il nuovo hd per inaugurare il nuovo GSO RC8, la luce per i gli scatti flat.. tutto, insomma tutto pronto per fotografare la tanto famigerata cometa. Già triste per non essere potuto andare all’osservatorio a San Marcello Pistoiese ho deciso di chiamare gli altri membri del gruppo ed organizzare un’osservazione qui dall’osservatorio di Pontaranci (meglio noto come casa mia….). 

Senza nemmeno rinunciare al sonnellino propiziatorio per la nottata imminente, preparo la montatura e tutto il necessario. Ora di cena, un boccone veloce ed arriva l’agognato momento. Calibrazione della montatura… ok, ci siamo. In visuale serve una sola prolunga, con la fotocamera servono entrambe. Allineamento effettuato, punto su Sirio per il fuoco della fotocamera, monto la Bathinov e metto a fuoco. Cometa, sei mia!

Arriva nel frattempo Roberto, insieme cerchiamo la 45P ma niente da fare, non si trova. Eppure sappiamo dov’è, o, è lì… si deve vedere! Ma niente da fare, non la vediamo. Software di puntamento sguainati, nemmeno fossimo la NATO, gira pure sul joystick… niente da fare, la 45p Honda-Mrkos-Pajdusakova fa la preziosa, se la tira e non si fa vedere.

Nel frattempo arriva anche Simone, che, preso anche lui dalla ricerca della cometa, tarda nel montare l’attrezzatura (siamo intorno a mezzanotte circa).

Delusi dal fatto di non essere stati in grado di trovare la cometa, ecco che la notte della cometa diventa….

anzi…. la notte della Civetta. Visto che l’Orsa Maggiore ormai era quasi allo zenit, mi viene in mente di fotografare M97, detta anche nebulosa Civetta, bell’oggetto da dare in pasto all’ RC8. Il freddo si fa pungente, i gradi sono circa 3, il sensore della Canon segna 7°. Puntiamo su M97… EQMOD comincia a lampeggiare come un antifurto; MERIDIANO, MERIDIANO, MERIDIANO! No….non è possibile, ci tocca aspettare. E nel frattempo una nebulosa non la vuoi guardare? Ecco come si fa una nebulosa fatta in casa: si prende un fornello da campo, ci si butta su una bistecchiera e si comincia ad arrostire le salsiccie (dette anche salcicce in dialetto locale), ed ecco creata la nebulosa della Salsiccia. I gas attiravano anche le civette di passaggio che si chiamano da un estremo all’altro del campo vicino.

 

 

 

 

 

 

 

E mentre cucino, Simone si attrezza per la ripresa di Giove, che finalmente sta sorgendo.

In effetti un po’ di nebulosa si nota anche nella foto 😉

Fedeli satelliti della nebulosa della Salsiccia sono stati ripresi durante la loro orbita intorno alla nebulosa:

 

Il passaggio dei satelliti Poncealmandarino e Morellinodiscansano hanno sicuramente alleviato le conseguenze del freddo e della pagnotta con salsiccia piantata nello stomaco dopo aver passato l’orizzonte degli eventi. Sono già le due di notte passate e ora cominciamo a fare sul serio…

 

 

 

 

 

Simone si attrezza per riprendere Giove:

 Barlow montata sul piccolo Celestron Nextar 114 e via di QHY5L IIC, trovando il giusto compromesso tra guadagno e sensibilità, riusciamo ad incassare anche le bande colorate di Giove. Ma… scopriamo che qualcosa muove il telescopio. Cerca dappertutto, alla fine realizziamo che il lastrone di cemento dove appoggia il Celestron è mobile 😉

 

 

 

mentre io e Roberto imprechiamo come due giocatori di tressette che perdono, mentre cercano di centrare M97 nel fotogramma. Dopo notevoli pigiamenti di tasti finalmente la Civetta è ingabbiata…. Un veloce scatto di prova…

 

 

 

 

 

Si vedono bene i vuoti ai due poli della nebulosa e si intravede anche la colorazione ossa dei gas esterni. Bene, comincia la notte della Civetta.

 

Arriviamo finalmente alla fine della nottata, portando sempre e comunque a casa un bel risultato. Immagine a risoluzione piena in galleria.

Nebulosa Civetta M97 cat. Messier. Nebulosa planetaria. Somma di 5 scatti da 420″ con Canon 450D al fuoco diretto di GSO RC8 guidato con cercatore Skywatcher 9×50 e camera di guida QHY5LII-C, sottrazione di 7 dark e livellamento di 5 flat.